“Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità”
(Angelo Branduardi, Vanità di vanità)
Nel mio lavoro uso spesso lo specchio, ciò significa che uso spesso l’immagine riflessa e la percezione che la persona ha, nei confronti dell’immagine stessa.
Per uso dello specchio intendo il guardarsi, o meglio, l’osservazione di Se così come si presenta nell’Adesso. Quando propongo questo esercizio mi accorgo di quanta difficoltà ci sia nel riconoscersi o, addirittura nel guardarsi!
Per esempio, proprio negli ultimi giorni, dando indicazioni ad un paziente circa il semplice esercizio di “guardarsi allo specchio” quello esclama: “Ma che pancia!”. Era sorpreso della propria immagine! A me parve che era come se si vedesse per la prima volta! Molto strano no!?! ….in fondo chi meglio di Lui potrebbe riconoscere la Sua immagine?!?…. Un altro esempio sono le persone che soffrono di Attacchi di Panico le quali non riescono mai a guardarsi allo specchio! Le reazioni che hanno sono pianto o fuga dalla propria immagine.
Ma perché l’immagine è così importante?
Lo specchio, e conseguentemente l’osservazione di Sé, assumono da sempre un significato molto profondo, lo racconta anche il fatto che lo specchio è un oggetto che ha abbondantemente stimolato l’immaginario umano, entrando nel folklore e nella mitologia di tantissimi popoli. Le credenze popolari attribuiscono allo specchio e alle superfici riflettenti in generale (fra tutte l’acqua ferma), il potere di materializzare il passato e il futuro, eventi presenti ma lontani dal luogo in cui ci si trova, oggetti o esseri nascosti; tutto ciò, dunque, che gli occhi non potrebbero vedere senza il suo ausilio. Quelle che sono oggi le persone anziane, un tempo, nella camera da letto (e non in un’altra stanza!!) avevano SEMPRE almeno uno specchio a figura intera, piano piano questa usanza è andata scomparendo, ed insieme a lei è andato scomparendo anche il reale riconoscimento di Sé. Nonostante l’uomo sia tra i pochi esseri viventi capaci di riconoscere la propria immagine in uno specchio, il riflesso pone comunque il soggetto davanti a un altro sé stesso. Specchiarsi diventa l’occasione per riconoscersi, scoprire parti di Sé inattese o, persino disconoscersi. Lo specchio incarna valenze doppie: in esso ci si perde e ci si riconosce, si scopre ciò che è fugace (la bellezza) e ciò che è eterno (l’essere), si distingue il dissimile dal simile.
L’immagine è importante in quanto è quella parte concreta di Te che Ti lega …. Intimamente a Te!
Pensaci! L’immagine che c’è oggi c’era cinque anni fa? Sì, c’era! E quando eri ancora nel grembo materno quell’immagine c’era? Si, certo che c’era. L’immagine, ovvero ciò che io vedo di me, seppur continuando a modificarsi nel tempo, rimane sempre uguale e fedele a Se stessa.
Nonostante Tu sia molto diverso da quando eri neonato sei, nello stesso tempo, esattamente identico, c’è qualcosa in Te che il Tuo occhio non può e non riesce a cogliere, che rende possibile il fatto che Tu sappia di esistere.
Per capire meglio quello di cui sto parlando, vi propongo un esercizio:
Spogliati, mettiti davanti ad uno specchio a figura intera ed inizia ad guardarti, prima nell’involucro: il Tuo corpo, i Tuoi lineamenti, le Tue caratteristiche. Successivamente perdi il senso di tutto quello che stai guardando e rimani immobile ad osservarti, OSSERVARTI SENZA DIRTI NIENTE. Avvicinati lentamente ai Tuoi occhi e ancora osserva bene, poi allontanati di nuovo e guarda ancora. Ad un certo punto togli dolcemente lo sguardo dalla Tua immagine.
A cosa serve? E cosa mi cambia se la osservo?
Lo spiega bene C.G.Jung:
“Lo specchio non lusinga; mostra fedelmente quel che in lui si riflette, e cioè quel volto che non mostriamo mai al mondo, perché lo veliamo per mezzo della persona, la maschera dell’attore. Questa è la prima prova di coraggio da affrontare sulla via interiore, una prova che basta a far desistere, spaventa, la maggior parte degli uomini. Infatti, l’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli, alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante”.
L’esercizio dello specchio permette di non diventare Attori di Se stessi ma di ESSERE semplicemente Se stessi: Se io riconosco Me e la Mia immagine, avrò una maggiore consapevolezza, sarò più presente a tutti gli stati emotivi che mi attraversano e saprò rimanere un “attivo spettatore imperturbabile di Me”.
Chiunque volesse raccontarmi le sue impressioni dopo l’esercizio, potrà farlo mandando una mail a info@cinziagorla.it