L’olfatto, nella storia della filogenesi, è il senso più arcaico.
Il naso si trova tra gli occhi che rappresentano la coscienza, la spiritualità, l’alto e la bocca collegata alla materia, al divorare, al tradurre i pensieri in parole concrete, il naso trovandosi al centro ha perciò ruolo di mediatore.
E’ il senso di vitale importanza per qualsiasi animale ed … .anche per l’uomo!
Il senso dell’olfatto viene poco elaborato a livello cosciente perché la maggior parte degli stimoli arriva direttamente ad interessare una zona molto antica del cervello denominata comunemente rettiliana, in quanto legata filogeneticamente allo sviluppo dei rettili.
Le persone che usano l’olfatto come principale senso di riconoscimento sono persone istintive, che sanno “annusare” persone e situazioni, che riconoscono gli altri dall’odore.
Ci sono situazioni più di altre che esigono l’uso della funzione olfattiva, vediamone alcune:
per esempio il neonato riconosce l’odore del latte della sua mamma e, viceversa la mamma riconosce il suo bambino dall’odore!
Durante la gravidanza, in stati ansiosi, depressivi o di fame acuta, il senso dell’olfatto diventa più fine e
questo è spiegato dal fatto che i centri olfattivi sono posti vicino ai centri dell’emozione e dell’apprendimento.
Gli amanti si incontrano, riconoscono spesso attraverso l’odore che emanano, vi è mai capitato di dire: “questa persona mi puzza”? e poi accorgervi di prendere da essa una bella fregatura, magari non solo in amore ma anche in amicizia? O ancora, credo proprio che nessuno di voi riesca a rimanere insieme ad un amante che “puzza”, seppur, magari, affascinante!
Quello che noi definiamo cattivo odore istintivamente ci allontana da persone e situazioni: uscireste mai con una persona che emana notevole fetore? Frequentereste un bar che possiede un odore pessimo?
Così, viceversa, un odore che ci piace ci attrae, ci avvicina alla persona o all’oggetto profumato.
Molte ritualità sono legate all’uso degli odori: pensate alla messa della domenica con il suo incenso, incenso usato anche nell’antico Egitto durante il processi di mummificazione, o ancora l’uso dello zolfo nelle messe nere o i profumatissimi fiori d’Arancio per i matrimoni.
Galeno, di origini greche, fu uno dei maggiori erboristi del mondo e Teofrasto, anch’egli greco, fu il primo vero aromaterapista della storia e scrisse un trattato in cui discorse sull’uso e la funzione dei vari aromi sui sentimenti, sul pensiero e sulla salute.
In tempi moderni è molto usata l’aromaterapia che sfrutta gli olii essenziali, ossia le sostanze volatili e fortemente odoranti delle piante, nell’ipotesi che il loro odore abbia effetti benefici sulla salute.
Gli olii essenziali si possono applicare sulla pelle oppure si possono usare per profumare gli ambienti.
Vediamo i profumi principali e le loro applicazioni:
La lavanda è conosciuta da tempi antichi per le sue proprietà antisettiche, analgesiche, battericide, vasodilatatorie, antinevralgiche e per i dolori muscolari. Viene ritenuta efficace per abbassare la pressione arteriosa, per ridurre i problemi digestivi. Qualche goccia di olio essenziale, aggiunta nell’acqua del bagno, aiuta a rilassare ed il suo profumo funge assolutamente come tranquillante del sistema nervoso.
L’aromaterapia attribuisce all’ylang-ylang proprietà afrodisiache, antisettiche, tonificanti del sistema nervoso e del sistema circolatorio, utile contro ipertensione e tachicardia. È utilizzato nella cura dei problemi cutanei ed è efficace nelle punture di insetti.
La rosa è una delle basi immancabili più utilizzate in profumeria. Come pianta medicinale vengono utilizzati i petali con proprietà astringenti, le foglie come antidiarroico, i frutti ricchi di vitamina C sono diuretici, sedativi, astringenti e vermifughi. In aromaterapia vengono attribuite all’olio di rosa proprietà sedative, antidepressive, antidolorifiche, antisettiche, toniche del cuore, dello stomaco, del fegato e regolatrici del ciclo mestruale. Le giovani foglie delle rose spontanee si possono usare per la preparazione di un tè di rosa.
Sandalo, il suo legno contiene un olio volatile utilizzato prevalentemente nei prodotti per massaggio. In Oriente, nella medicina ayurvedica il sandalo è utilizzato come astringente e diuretico. Sotto prescrizione e controllo medico il sandalo è indicato come balsamico, antisettico ed impiegato nella terapie delle cistiti. In aromaterapia gli vengono attribuite proprietà battericide, sedative, antidepressive, afrodisiache. Un’antica credenza popolare indiana affermava che nessuno spirito maligno potesse entrare in un luogo impregnato del profumo di sandalo.
BergamottoIl frutto intero si trova solo dai contadini da novembre a marzo; è possibile ottenere delle spremute come si fa con gli altri agrumi, oppure si può tagliare a spicchi per farne delle insalate o, ancora, come per il limone, metterlo nel tè. Il suo succo è molto amaro e sembra essere attivo nell’abbassare il tasso di colesterolo. L’olio essenziale di Bergamotto di Reggio Calabria è esportato in tutto il mondo per le sue proprietà di donare una nota estremamente fresca alle composizioni di profumeria. L’aroma dell’olio di bergamotto è utilizzato per aromatizzare il tè nella variante denominata Earl Grey. L’odore dell’olio essenziale di bergamotto è persistente e penetrante e annulla l’odore degli altri profumi; si usa mettere un bergamotto intero nel frigorifero, raschiandone la buccia con una forchetta periodicamente ogni due settimane, per eliminare i cattivi odori. Stimolante, funziona bene come anti-ansia ed agisce bene per ritrovare energie psico-fisiche.
PATOLOGIE DEL SENSO DELL’OLFATTO
Iperosmia: la funzione olfattiva è esageratamente sviluppata, ogni odore è percepito in modo abnorme. Questa caratteristica avvicina al mondo animale degli istinti, sta a simboleggiare l’estremo tentativo che l’individuo, nella sua interezza, mette in atto per avvicinare una parte della personalità che è stata messa a distanza (spesso si tratta di parti della personalità giudicate “cattive” dalla persona).
Iposmia: incapacità totale o parziale di percepire gli odori, a differenza dell’iperosmia qui si ha a che fare con una chiusura verso qualcosa che si vorrebbe allontanare dalla coscienza.
Epistassi, cioè la perdita di sangue dal naso, riguarda la volontà di allontanare pulsioni “sporche” dalla coscienza.