Storia e applicazioni
Cinzia Gorla: “La psicologia immaginale”
La Psicologia Immaginale consente un cambiamento profondo di visione della realtà che permette all’individuo di trasformare la propria esistenza in una meravigliosa opera d’arte.
La Psicologia Immaginale ha origini antichissime e viene ripresa da Jung, dai post Junghiani, oggi si riconosce come il padre della Psicologia Immaginale Archetipica e dell’Ecologia Profonda James Hillman.
La Psicologia Immaginale si rifà ai miti, alle tradizioni, alle popolazioni indigene, è un ponte tra passato e futuro, tra spazio e tempo, tra oriente e occidente.
Nella psicologia Immaginale, la realtà non è altro che il riflesso del nostro mondo interiore dunque, cambiando il mondo interiore possiamo cambiare la realtà.
L’approccio immaginale ha come le tradizioni antiche, la particolarità di ricercare il SACRO che abita in ciascuno di noi, il calore psichico, la pace e l’assenza di dolore.
L’immaginale è un’esperienza estatica che ci libera dal senso del potere della razionalità e ci rimanda al mito, il mito vive attraverso il rito che permette la trasformazione della realtà.
Nella Psicologia Immaginale sono importanti gli opposti, la non unilateralità della forma/pensiero in quanto, noi, come la natura, siamo portatori di vuoto e pieno, buio e luce, bello e brutto, in un equilibrio costante che dà forma alla grande IMAGO dell’AMORE.