A soffrirne, dicono le statistiche, sono soprattutto le donne: il doppio rispetto agli uomini. Ma a parte questa differenza, l’ansia patologica attraversa latitudini e ceti sociali e le uniche differenze riguardano l’espressione sintomatica del disturbo.
Quattrocento metri per trasformare una fobia in record del mondo. L’esempio più bello di come si può battere la paura della paura è Federica Pellegrini, con l’oro conquistato a Roma a luglio sui 400 metri stile libero, la gara che in passato le aveva procurato gravi attacchi di panico.
Perché parlare proprio di Disturbo da Attacchi di Panico (DAP)? Perché a soffrirne sono circa 3 milioni di italiani. Molti di loro non fanno parola del proprio problema, non chiedono aiuto e rimangono vittime di loro stessi. Che cos’è l’attacco di Panico? L’attacco di panico è una crisi d’ansia estremamente violenta ed incontrollabile che si manifesta indipendentemente dal sesso, dall’età e dallo stato sociale.
Esso si presenta sia con sintomi fisici che coinvolgono il sistema neurovegetativo (tachicardia, senso di soffocamento, fitte al torace, sudorazione abbondante, tremori, rigidità muscolare) sia con sintomi psichici (senso di morte imminente per infarto o ictus, paura di impazzire e/o di perdere il controllo di sé): tutti i sintomi della paura, una forma di tragica paura che può diventare invalidante. Conoscere il decorso biologico della malattia non serve all’eliminazione dell’attacco stesso.
Anzi, è servito a creare nuovi farmaci assolutamente controproducenti nel panico: sopprimono il sintomo, creano dipendenza, spesso danno vita ad una serie di effetti che sono ancor peggio del panico stesso, un malessere non guarisce lottandoci contro, o peggio, tentando di anestetizzarlo attraverso i farmaci. Come leggere un attacco di panico e perché si presenta? Il segnale da cogliere è molto importante nel DAP: la Nostra parte più vera, la Nostra essenza, la Nostra anima, ci sta dicendo che “così non va”, che la vita che stiamo conducendo non è quella che vorremmo profondamente, la vita che stiamo svolgendo è innaturale e poco vicina ai nostri desideri più intimi. E allora che fare? Non possiamo cambiare tutto dall’oggi al domani. E poi cambiare cosa? Possiamo incominciare ad ascoltare, ad osservare, a sentire quello che ci succede in modo nuovo.
Sembra che l’attacco di panico sia uno strano evento, un’onda di energia che ci pervade e che non ha né rotta, né scopo, né via d’uscita. Ma siamo sicuri che sia proprio così? E se invece fosse proprio da quello strano evento che si può rinascere, rinascere come persona più vicina al vero Sé, alla propria vera natura, la vera essenza? Ecco un suggerimento: quando senti che ti sta per travolgere l’onda del panico, prova a fermarti, ascoltala, fatti cullare da quell’onda; la Tua onda, quella misteriosa energia che tutti chiamano panico, ma che è la Tua energia e solo Tu puoi conoscere, fartene pervadere, accettare, amare.
Osserva quella Tua sensazione senza giudicarla, perché Tu sei anche quella sensazione e, quando se ne va, continua le Tue normali attività ma con un Te stesso diverso, che non deve farti paura. Prova a fidarti di Te, sii curioso. Se apri la porta alle Tue paure, esse non potranno far altro che rinforzarTi. I saggi di ogni tempo consideravano dolore, paura, gioia, tristezza, come eventi naturali della vita. Oggi, invece, sembra che vivere sia un compito davvero arduo, fatto di programmi, piani, modi di essere e di vivere che non ci appartengono ed ecco che malesseri, fobie, ansie e panico ci vengono a fare visita per ricondurci ad uno stile di vita che sia davvero Nostro, unico, come unico è ognuno di Noi.
GORLA, C.,2010. Vincere il Panico Seregno Informa [online], Febbraio 2010