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COMUNICAZIONE NON VERBALE

Il linguaggio del corpo

KHALIL GIBRAN afferma:

“Come potrebbero due esseri capirsi senza quella speciale comunicazione di silenzi?”

In questa frase il poeta fa proprio riferimento a tutti i parametri della comunicazione non-verbale ovvero quella modalità comunicativa costituita da codici comunemente riconosciuti tra: cinesico, vocale, olfattivo, aptico, prossemico, cronemico.

 
Il codice che più spesso si trova citato nei testi non scientifici e con cui si ha dunque più confidenza è quello cinesico cioè quello che fa riferimento al “linguaggio del corpo”; il linguaggio del corpo comprende i tutti i movimenti del corpo, il coinvolgimento dei muscoli e delle espressioni del volto, i movimenti oculari, i gesti delle mani, la postura, l’orientamento del corpo nello spazio e tutti gli altri movimenti fisici principalmente involontari che vengono utilizzati con finalità comunicative ed espressive.

Per esempio, possiamo facilmente dedurre la relazione che intercorre tra persone attraverso l’analisi della prossemica, ovvero la gestione dello spazio o della distanza tra gli interlocutori che fornisce importanti informazioni sul grado di intimità.

O ancora possiamo analizzare il sistema aptico cioè quello che fa riferimento ai gesti che vengono socialmente riconosciuti come fonti comunicative, ad esempio la tipica pacca sulla spalla in segno d’approvazione o il “pollice verso l’alto” in segno di “ok o siamo d’accordo”.

L’obbiettivo di una comunicazione efficace è quello di affinare le capacità comunicative del linguaggio verbale, la consapevolezza del linguaggio paraverbale e non verbale ma è importante anche poter comprendere il linguaggio verbale, paraverbale e non verbale dell’interlocutore per poter meglio calibrare la propria comunicazione in funzione dell’obbiettivo che si vuole raggiungere.

Inoltre è necessario ricordare che per comunicare efficacemente bisogna sviluppare empatia, capacità d’ascolto e resilienza.

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