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Il dolore delle offese

“Se possono trarre la penicillina da del pane ammuffito, sicuramente potranno tirare fuori qualcosa da te”

(Muhammad Ali)

OFFESA: Atto o comportamento lesivo della dignità, integrità o autorità altrui.

Ci sono situazioni in cui i coniugi vivono separati in casa e questo capita per svariati motivi che possono essere economici, di comodo, “per stare vicini ai figli”, eccetera.

In questo periodo sono moltissime le coppie o le coppie di genitori che arrivano nel mio studio, come molti sono coloro che approdano in terapia avvinghiati da sensi di inadeguatezza ed inferiorità relativi qualcuno “che amano e che ha offeso la loro dignità”.

Ho pensato così di affrontare questo delicato argomento in questo articolo.

Offendere mortifica, mortifica i bambini e mortifica gli adulti.

Per quel che riguarda i bambini, si sente spesso l’adulto, maestro, genitore o parente che offende o umilia il piccolo, che ancor più dell’adulto è totalmente incapace di oggettivare l’informazione in entrata,
il bambino prende per vero tutto quello che l’adulto comunica, lo interiorizza e crea la propria immagine proprio su quelle informazioni:
‘sei uno stupido, ti ho detto mille volte di non fare così’, ‘se fai ancora arrabbiare la mamma sei un bambino cattivo’, ‘impegnati, asino!’….
pensate a cosa possano diventare queste frasi per un bambino! Dette tra l’altro da una persona che per lui dovrebbe essere la sua guida!

Il bambino non farà altro che ripetersi di essere stupido e inadeguato e su quelle basi strutturerà la propria personalità, diventerà un adolescente probabilmente complessato ed un adulto incapace di relazionarsi agli altri per ciò che è e….non in ultimo….anche il corpo reagirà: le parole pesanti che mortificano faranno abbassare la testa ed incurvare le spalle, le pugnalate al centro del petto faranno mancare il respiro, la paura di uno schiaffo o di un insulto farà contrarre i glutei strutturando una personalità dipendente dal giudizio altrui …. e l’adulto che ne verrà non sarà un fiore naturale che sboccia nel suo campo ma un essere poco naturale in conflitto con la realtà.
Robert Brault affermò: “Ferire qualcuno che sai ti perdonerà è la cosa più scorretta di tutte.”
E ahimè, i bambini nella loro ingenuità incassano e perdonano, ma perdonano senza elaborare l’offesa ma vivendola nel cuore, nella mente e nel corpo.

Ma anche la persona adulta che viene offesa soffre.
La rabbia e la frustrazione portano, non di rado, alcune persone a dover offendere gli altri per sentirsi più forti, per avere ragione:
‘non sei capace di far niente’, ‘non parlare che tanto non capisci niente’, ‘le tue passioni sono sciocchezze fai qualcosa di buono!’ ….quello che più fa specie in tutto questo è che capita il più delle volte nella coppia, proprio dove ci dovrebbe essere amore e comprensione!

Ma sappiate bene e che una persona che offende è spesso una persona che a sua volta è stata offesa, un uomo che insulta una donna è un uomo incapace di amare, una mamma che mortifica il suo bambino è una donna frustrata, insomma la persona che offende è povera e triste di per sé, incapace di dialogare, per cui, non diamole troppo peso, non crediamo alle parole di chi mortifica la Nostra unicità, piuttosto proviamo compassione per chi, per orgoglio o per sventura, non riesce a far altro che far sentire l’Altro inferiore….per avere egli stesso un attimo di gloria.

Ed ecco alcuni semplici suggerimenti che puoi attuare nel caso in cui tu venga o ti senta offeso:

Calati nella realtà dell’Altro, quasi sicuramente non è una persona felice e capace di comunicare, comprendilo, prova pena ed allontanati.
Non calarti nel ruolo di vittima, evita di giustificarti.
Prima di reagire pensa se la persona che credi ti stia offendendo, non rappresenti semplicemente qualcuno o qualche situazione che ti ha ferito nel passato, spesso l’interlocutore non ha nessuna intenzione di farci del male ma noi interpretiamo le sue parole sulla base di esperienze passate che ci hanno addolorato.
Aumenta la tua autostima, le persone che si offendono facilmente hanno una cattiva percezione di sé. Osserva prima te stesso e valuta se tu per primo non sei colui che si sente inferiore (diventando così la preda preferita di coloro che amano offendere).
Quando ti senti offeso cerca di riconoscere il dolore psichico anziché ignorarlo. Il disturbo post traumatico da amarezza (“Post-Traumatic Embitterment Disorder) esiste e può insorgere nella vita di tutti dopo stress particolari. Se sei triste concediti la bellezza di piangere, essere o sentirsi rifiutati è un grosso dolore e tutti noi abbiamo il diritto di starne male.

Se invece sei tu ad essere accusato di aver offeso qualcuno, bhè, allontanati un po’ e cerca di capire cosa prova davvero la persona che presumibilmente hai ferito ed in che modo sei veramente responsabile, verifica però che l’altra persona non ti stia ‘usando’ per sentirsi vittima, spesso fare la vittima è uno strumento di manipolazione….ma se hai davvero una responsabilità nell’offesa, chiedi “scusa” sinceramente, fallo nel più breve tempo possibile e fai in modo che gli altri insieme a te possano sentirsi “comodi”, adeguati, sicuri di stare con qualcuno che davvero vive con il cuore e con la testa.

Ricorda inoltre che nessuna vittima esiste senza il proprio carnefice e viceversa.
Ricorda anche, come detto metaforicamente nella frase iniziale di Muhammad Ali che ognuno di noi è perfetto così com’è, ha un proprio talento e la propria natura e la natura è sempre benefica e salvifica.

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